Inbound marketing, una definizione: cos’è e a cosa serve

inbound marketing

L’inbound marketing è un insieme di strategie per promuovere il tuo brand senza farsi notare durante l’esperienza dell’utente. Anzi, è il messaggio aziendale che diventa ciò che il potenziale cliente cerca. Il punto di partenza è quello suggerito da Seth Godin: esiste l’interruption marketing che, come suggerisce il nome stesso, interrompe la fruizione del potenziale cliente.

Poi c’è il permission marketing che entra nella vita delle persone in punta di piedi. Senza interferire o dare fastidio. Non parliamo del classico messaggio pubblicitario che rende necessario lo zapping televisivo o la fase di banner blindness. Ma cosa significa esattamente inbound marketing e quali sono le fasi del funnel? Scopriamolo insieme, continua a leggere.

Cos’è l’inbound marketing, definizione

Con il termine inbound marketing intendiamo una metodologia di promozione online e offline che intercetta e si fa notare dal potenziale cliente. Lo fa, però, nel momento in cui il target ha bisogno di quel contenuto. In altre parole, in questo caso è il messaggio che si fa trovare dall’utente e non viceversa: non c’è interruzione dell’esperienza quotidiana.

strumenti inbound marketing

Grazie a questa definizione di inbound marketing possiamo capire che esiste una lista infinita di strumenti (in alto, fonte Moz) per sfruttare il principio del farsi trovare nel momento in cui le persone hanno bisogno di te. In effetti è così, stiamo parlando di un universo di scenari che si adattano a qualsiasi tipologia di azienda. Infatti, l’inbound marketing ha come caratteristica ulteriore la capacità di adattarsi a PMI, grandi aziende, attività locali. L’importante è declinare il tutto al tipo di impresa.

Differenza con l’outbound marketing

Una delle prime attenzioni riguarda la differenza tra inbound e outbound marketing: se la prima metodologia intercetta i clienti con contenuti di qualità e li attira senza interruzioni, l’outbound marketing è l’esatto contrario. Stiamo parlando della classica pubblicità televisiva, della cartellonistica, dello spot radiofonico: quello che interrompe la fruizione o lo scenario standard.

Se hai più soldi, che cervello, concentrati sulla pubblicità e il marketing. Se hai più cervello, che soldi, allora adotta il marketing inbound

Guy Kawasaky

L’inbound marketing attira i clienti che vuoi portare verso di te, l’outbound marketing spara nel mucchio e pesca un gran numero di utenti. Ma colpisce molti che non sono interessati. Chiaramente si può pensare che tutto ciò è ormai fuori da qualsiasi standard e che siamo abituati a questo tipo di advertising al punto che lo ignoriamo. Non lo guardiamo neanche.

In parte è così ma dipende. Una buona strategia di marketing per un prodotto nazionale può prevedere una fase inbound e una outbound: sono due facce della stessa medaglia, metodologie che non si escludono ma possono convivere.

Inbound marketing, le fasi del funnel

Uno dei concetti per comprendere la struttura di questa strategia è il funnel di vendita che si viene a delineare nel momento in cui abbracciamo la metodologia inbound. Quali sono i passaggi fondamentali? Un bel po’ di tempo fa, Hubspot definì questo passaggio attraverso uno schema basato su quattro fasi fondamentali per definire il processo (o pipeline) di vendita.

inbound marketing funnel

Il funnel di vendita è composto da 4 fasi in cui l’utente passa da una condizione di estraneo a una di promoter, ovvero persona entusiasta e felice di essere cliente al punto da diventare un megafono naturale, un influencer senza doppi fini che consiglio il tuo nome ad amici e parenti.Questo funnel si delinea attraverso una serie di passaggi che possiamo approfondire.

Attirare

In questa fase l’azienda ancora non conosce il potenziale cliente e lo deve attirare sul proprio sito web. Per questo mette in campo una serie di attività di content marketing – tipo quella del blogging aziendale – che permettono di interessare e portare traffico sulle pagine che ci interessano. Questa, ovviamente, rappresenta una definizione parziale dell’equilibrio.

È solo una delle opzioni disponibili: un evento in presenza può essere un buon modo per attirare contatti e, in alcuni casi, anche le nostre QuBox si inseriscono nel funnel di inbound marketing per attirare l’attenzione di potenziali clienti.

Convertire

Siamo arrivati a un passaggio chiave del funnel di inbound marketing per trasformare uno sconosciuto in cliente e poi evangelista. L’utente raggiunge il tuo sito web e devi fare in modo che la sua attenzione si sposti verso una proposta commerciale.

Che può essere di vendita diretta o lead generation, per inserire il contatto email in un funnel più articolato. In questo equilibrio è importante avere delle pagine di atterraggio adeguate che possono essere sales o squeeze page in base alle esigenze.

Chiudere

La chiusura del contratto dipende da diversi passaggi. Ad esempio, nel B2B il funnel di vendita può essere più lungo e articolato mentre nel B2C lavoriamo su una vendita quasi diretta. In ogni caso, lo studio della customer journey e dei vari touchpoint può dare una risposta più precisa. Il concetto di inbound marketing, in ogni caso, è molto articolato.

Infatti, ci consente di alimentare i contatti con un percorso di lead nurturing composto sempre da buoni contenuti più specifici. Fino a una proposta commerciale con eventuali sconti, coupon e offerte speciali per invogliare il cliente.

Deliziare

Un passaggio che stupisce ma non troppo: il funnel di vendita non si ferma con la conversione finale ma va oltre, proponendo un continuo alimentare il cliente attraverso i canali già sedimentati (come l’email marketing) per fare in modo che non solo torni ad acquistare ma consigli il tuo brand ad amici o conoscenti e parenti. Questo può avvenire in modi differenti.

Ad esempio con un customer care service sempre presente, un lavoro di content marketing strepitoso o delle piccole attenzioni in più. Proprio come fanno i nostri clienti che ci chiedono di studiare delle QuBox personalizzate in base al brief fornito. In questo modo possono coccolare i propri contatti, fidelizzandoli. O recuperare quelli che si sono allontanati.

Gli strumenti dell’inbound marketing

In base alle circostanze, alle caratteristiche del target e del mercato, puoi scegliere i migliori tool per fare inbound marketing. Al centro c’è l’intero comparto della content creation e curation per creare valore e attirare il potenziale pubblico. Quindi:

  • Blog post.
  • Landing page.
  • Native advertising.
  • Video e podcast.
  • Raccolte.
  • Pagine FAQ.
  • Tutorial.
  • Case study.
  • Ebook.
  • White paper.

 

Questi e altri ancora sono gli strumenti indispensabili per innescare il processo virtuoso di inbound marketing. Poi, la presenza di un page builder come Elementor e un CRM ti permette di affrontare dei problemi importanti come la conversione dei contatti in lead e poi in prospect fino ad avere dei clienti che proseguono verso la conversione finale.

In questo equilibrio si inserisce anche la nostra QuBox, uno strumento fondamentale per coccolare i clienti o lead intercettando esigenze. In che modo? Scrivici per approfondire la nostra idea di corporate gift nell’inbound marketing.