Errori nelle relazioni con i clienti: quali sono e come evitarli

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In questo articolo parliamo di…

  • Trattare ogni cliente come un individuo unico, riconoscendo le sue specifiche esigenze e preferenze, non è solo un valore aggiunto, ma una necessità. La personalizzazione va oltre il semplice indirizzamento per nome; significa comprendere il percorso del cliente, anticipare le sue necessità e offrire soluzioni su misura che dimostrino un reale interesse per la sua soddisfazione. Un approccio personalizzato trasforma una semplice transazione in un’esperienza memorabile, aumentando la probabilità che il cliente non solo ritorni, ma diventi anche un promotore del marchio.
  • Ascoltare attentamente ciò che i clienti comunicano, sia verbalmente che attraverso i loro comportamenti, permette di comprendere a fondo le loro aspettative e preoccupazioni. Una comunicazione chiara, onesta e tempestiva, che include anche la gestione efficace dei feedback negativi, rafforza la fiducia e dimostra professionalità e impegno verso la risoluzione dei problemi. La fiducia è come un cristallo: una volta incrinata, è difficile ripararla completamente. Per questo, la trasparenza e l’ascolto sono fondamentali per mantenerla intatta.
  • Un team ben formato, dotato di competenze comunicative ed empatiche, è il primo punto di contatto con il cliente e può fare la differenza. L’adozione di strumenti tecnologici come i CRM, unita a processi interni efficienti, permette di gestire le relazioni con i clienti in modo proattivo e personalizzato, migliorando l’esperienza complessiva e favorendo la fidelizzazione. Pensiamo alla tecnologia come a un amplificatore delle capacità umane: se ben utilizzata, potenzia l’efficacia del servizio clienti, ma non può sostituire il tocco umano e l’empatia.

La differenza tra un cliente occasionale e un cliente fedele si gioca su personalizzazione, ascolto e coinvolgimento: un approccio errato può compromettere il rapporto, mentre una strategia efficace può trasformarlo in un legame duraturo

Non importa cosa pensa l’azienda” – come diceva il fondatore di Walmart (WMT) Sam Walton – “c’è solo una persona che può licenziare tutti in un’azienda: il cliente.”

Questa potente affermazione sottolinea una verità fondamentale nel mondo degli affari: il cliente è sovrano. Ignorare questo principio significa mettere a rischio la sopravvivenza stessa dell’azienda.

Soprattutto visto e considerato che spesso esiste un divario significativo tra come le aziende percepiscono il loro servizio clienti e come lo vivono realmente i clienti.

Un dato allarmante, emerso da uno studio di Bain & Company, rivela che l’80% delle aziende ritiene di offrire un’esperienza cliente di livello superiore, ma solo l’8% dei clienti è d’accordo con questa valutazione.

Questa discrepanza evidenzia quanto sia essenziale per le aziende comprendere e correggere gli errori che minano le relazioni con la clientela.

Ma quali sono questi errori comuni che sfuggono alla percezione aziendale ma impattano negativamente l’esperienza del cliente?

Leggi anche: Cos’è e come si ottiene la customer loyalty

La depersonalizzazione e la mancanza di ascolto attivo

Quante volte ci siamo sentiti come un numero in una lunga fila, piuttosto che un individuo con esigenze specifiche? La depersonalizzazione nel servizio clienti è un errore fin troppo comune, che nasce dal trattare tutti i clienti allo stesso modo, senza considerare le loro unicità.

Facciamo un esempio: se io sono uno sviluppatore web e contatto un’azienda per un problema di visualizzazione sul loro sito internet, non ha molto senso insistere sul pulire la cache o il cambiare browser, perché è la prima cosa che ho fatto. Soprattutto non ha molto senso se, a ogni ricontatto trovo un’operatore diverso, che ricomincia da capo con… la pulizia della cache.

Questo approccio standardizzato può far sentire le persone non valorizzate e indifferenti agli occhi dell’azienda.

L’esempio appena fatto ci introduce anche a un altro errore frequente nella customer care, strettamente collegato a questo: la mancanza di ascolto attivo.

Spesso, infatti, le aziende si concentrano più sul parlare e meno sull’ascoltare, perdendo preziose informazioni sulle reali necessità dei clienti.

Ma come possiamo evitare questi scivoloni?

La risposta è semplice: dobbiamo mettere al centro la persona.

Riconoscere che ogni cliente è diverso, dedicare tempo all’ascolto delle sue richieste e utilizzare queste informazioni per personalizzare l’interazione. Questo approccio non solo migliora la soddisfazione del cliente, ma crea anche un legame più forte e duraturo.

Ma non è solo questione di ascolto, anche ciò che promettiamo ai clienti riveste un ruolo determinante nella nostra relazione con loro.

Stretta di mano dopo l'accettazione di un preventivo, siamo sicuri che fosse chiaro e particolareggiato? | QuBox

Promesse non mantenute e comunicazione inefficace

Hai presente quella sensazione di delusione quando qualcuno non mantiene una promessa? Nel contesto delle relazioni con i clienti, le promesse non mantenute sono un vero e proprio boomerang. Assicurare qualcosa che non si è in grado di realizzare, anche con le migliori intenzioni, mina la credibilità e la fiducia che il cliente ripone nell’azienda.

Un altro errore che può compromettere seriamente la relazione è una comunicazione inefficace. Se ne sente parlare spesso, ma cosa si intende di preciso?

Comunicazioni poco chiare, incomplete o addirittura assenti possono generare confusione, frustrazione e insoddisfazione.

Un esempio classico: vogliamo cambiare gli infissi, il responsabile delle vendite dell’azienda che abbiamo scelto viene a casa nostra, prende tutte le misure e al termine esclama: “Domani o massimo dopodomani ti faccio avere il preventivo“. Passano 10 giorni e nessuno si fa vivo, si saranno dimenticati?

La sensazione è di essere ignorati e trascurati.

Chiami e si scopre che prima dovevano a loro volta avere risposta da un fornitore.

Perché allora promettere un preventivo in massimo due giorni?

Che immagine stai dando di te al potenziale cliente?

Per evitare questi problemi, è fondamentale essere realistici nelle promesse, impegnandosi solo in ciò che si può effettivamente mantenere.

Allo stesso modo, è essenziale investire in una comunicazione trasparente e tempestiva, tenendo i clienti informati su ogni aspetto rilevante e rispondendo prontamente alle loro domande. Una comunicazione efficace è come l’olio che lubrifica gli ingranaggi di una relazione, permettendo che funzioni fluidamente e senza intoppi.

Ma a volte, l’errore non sta tanto in cosa si comunica, ma in come si presenta ciò che si offre.

Preventivi imprecisi e presupposizioni errate

Quante volte un preventivo poco chiaro ci ha lasciato con più domande che risposte? Preventivi imprecisi o poco dettagliati sono un errore che può generare malintesi e aspettative errate nei clienti. Se un cliente riceve un preventivo che non riflette accuratamente i costi o i servizi inclusi, è probabile che si senta ingannato o quantomeno confuso.

Un altro errore da evitare è quello di fare presupposizioni errate sulla conoscenza del cliente. Dare per scontato che il cliente conosca già determinati aspetti del prodotto o servizio, o che abbia familiarità con termini tecnici, può portare a incomprensioni e frustrazioni.

Per evitare questi inconvenienti, è fondamentale che i preventivi siano chiari, dettagliati e trasparenti, specificando in modo preciso cosa è incluso e cosa no. Allo stesso modo, è importante non dare nulla per scontato e fornire sempre spiegazioni chiare e accessibili, adattando il linguaggio al livello di conoscenza del cliente.

Un preventivo ben fatto è come una mappa chiara: guida il cliente attraverso i costi e i servizi, evitando spiacevoli sorprese.

E una volta conclusa la vendita, l’attenzione al cliente non deve certo diminuire.

Firma del contratto di vendita, attenzione all'assistenza post-vendita | QuBox

Trascurare il post-vendita e il coinvolgimento dei dipendenti

Pensiamo a un acquisto importante: la nostra esperienza si conclude con il pagamento, o continua anche dopo?

Trascurare il post-vendita è un errore che molte aziende commettono, perdendo l’opportunità di fidelizzare il cliente e costruire una relazione a lungo termine. Ignorare il cliente dopo la vendita, non preoccupandosi della sua soddisfazione o non offrendo supporto in caso di problemi, può lasciare un’impressione negativa e portare alla perdita di fiducia.

Per evitare questi errori, è essenziale dedicare attenzione al post-vendita, contattando i clienti per verificare la loro soddisfazione, offrire supporto e risolvere eventuali problemi.

Un altro aspetto spesso sottovalutato è il coinvolgimento dei dipendenti nella strategia di customer service.

I dipendenti sono il volto dell’azienda, il primo punto di contatto con il cliente, e il loro comportamento influenza direttamente la percezione che il cliente ha dell’azienda. Se i dipendenti non sono adeguatamente formati, motivati e coinvolti nella strategia di servizio al cliente, è difficile potergli garantire un’esperienza positiva.

Un cliente seguito anche dopo la vendita si sente valorizzato e importante, e un dipendente coinvolto e motivato è un ambasciatore del brand. Investire in entrambi questi aspetti è la chiave per costruire relazioni solide e durature con i clienti.

E se ti dicessi che non è finita qui?

Continua a leggere per scoprire perché!

Leggi anche: Clienti dormienti, cosa sono e come riattivare i contatti inattivi

Il potere spesso sottovalutato di un regalo aziendale strategico

Un altro strumento dal potenziale sorprendente, che viene spesso sottovalutato, è il regalo aziendale personalizzato.

Non parliamo del gadget generico e impersonale, ma di un dono pensato con cura, capace di comunicare apprezzamento e attenzione in modo tangibile.

Immaginiamo, ad esempio, di dover recuperare un rapporto incrinato a seguito di un errore da noi precedentemente commesso.

Un semplice “ci dispiace” potrebbe non essere sufficiente. In questi casi, un dono aziendale mirato, magari personalizzato in base ai gusti del cliente e accompagnato da una nota sincera, può rappresentare un segnale forte di volontà di rimediare e di impegno verso la sua soddisfazione.

Oppure, pensiamo a quei clienti che si distinguono per la loro fedeltà e per il valore del loro business. Omaggiarli con un dono aziendale esclusivo, inaspettato, non è solo un gesto di cortesia, ma un investimento nella relazione. Dimostra che l’azienda non si dimentica di loro, che riconosce e apprezza il loro contributo.

Un regalo ben scelto può rafforzare il legame, aumentare la fiducia e, in ultima analisi, creare un terreno fertile per future collaborazioni e nuovi contratti.

In un mondo sempre più digitale e impersonale, un tocco umano e personalizzato, veicolato da un dono aziendale, può fare davvero la differenza, magari sfruttando le migliori occasioni per fare regali.

Un dono personalizzato è un piccolo gesto che lascia un ricordo positivo del brand, aumentando la fidelizzazione nel tempo.

Errori nelle relazioni con i clienti: domande frequenti

Quali sono le conseguenze della depersonalizzazione nella relazione con i clienti?

La depersonalizzazione può avere conseguenze significative e negative. Quando i clienti si sentono trattati come numeri e non come individui, percepiscono una mancanza di interesse e di valore da parte dell’azienda. Questo può portare a una diminuzione della soddisfazione del cliente, alla perdita di fiducia e, in ultima analisi, alla diminuzione della fedeltà. In un mercato competitivo, dove i clienti hanno molte opzioni, un’esperienza depersonalizzata può spingere facilmente un cliente a rivolgersi alla concorrenza. Ad esempio, ricevere email generiche senza il proprio nome o interagire con un servizio clienti che non tiene conto della storia precedente del cliente sono chiari segnali di depersonalizzazione. Questo tipo di approccio può danneggiare l’immagine del brand e rendere difficile la costruzione di relazioni a lungo termine.

Come l’ascolto attivo può migliorare la comprensione delle esigenze del cliente?

L’ascolto attivo è una competenza fondamentale nel servizio clienti e può migliorare significativamente la comprensione delle esigenze del cliente. Quando si pratica l’ascolto attivo, ci si concentra completamente su ciò che il cliente sta comunicando, sia verbalmente che non verbalmente. Questo include prestare attenzione al tono di voce, alle parole utilizzate e al linguaggio del corpo. Attraverso l’ascolto attivo, è possibile cogliere non solo le richieste esplicite del cliente, ma anche le sue esigenze implicite e le sue emozioni. Ad esempio, un cliente potrebbe chiedere informazioni su un prodotto specifico, ma attraverso l’ascolto attivo si potrebbe capire che la sua vera esigenza è risolvere un problema particolare. Comprendere a fondo le esigenze del cliente permette di offrire soluzioni più mirate e personalizzate, aumentando la sua soddisfazione e la probabilità di fidelizzazione.

Perché è importante coinvolgere i dipendenti nella strategia di customer service?

Il coinvolgimento dei dipendenti nella strategia di customer service è cruciale perché sono loro il volto dell’azienda e il primo punto di contatto con i clienti. I dipendenti che si sentono coinvolti, valorizzati e compresi nella strategia aziendale sono più motivati e propensi a fornire un servizio clienti eccellente. Quando i dipendenti comprendono l’importanza del loro ruolo nel soddisfare i clienti e raggiungere gli obiettivi aziendali, diventano ambasciatori del brand. Inoltre, i dipendenti che sono a diretto contatto con i clienti spesso hanno preziose informazioni di prima mano sulle loro esigenze e preoccupazioni. Coinvolgerli nel processo decisionale e chiedere il loro feedback può portare a miglioramenti significativi nel servizio clienti e a una maggiore soddisfazione sia dei clienti che dei dipendenti stessi.